Quando le Amministrazioni trasformano i mancati ripristini ambientali in nuove opportunità di business
Alla conferenza dei servizi del 4 dicembre per l’analisi del progetto della discarica di inerti e fanghi di Monte Carnevale nessun Ente preposto si è presentato e ha espresso parere sulle integrazioni inviate da NGR (di proprietà del cavatore Piacentini). Presenti solo il proponente accompagnato dai suoi tecnici oltre agli immancabili cittadini con i legali. Assenti l’Arpa Lazio, cui spetta espressione sulla verifica dei codici rifiuti contenenti fanghi, ed il Dipartimento Tutela Ambientale del Comune di Roma che deve entrare nel merito dei numerosi aspetti progettuali tralasciati in fase di VIA.
La Città Metropolitana ha fatto sapere per via telefonica che non sarebbe stata presente in conferenza dei servizi ma che invierà parere entro lunedì. I legali dei cittadini hanno presentato ulteriori controdeduzioni per evidenziare le criticità del progetto che si trova a soli 200 metri dal Sic Macchiagrande, sito di interesse comunitario inserito nella Riserva statale del litorale romano, noto per la ricchezza della sua fauna tutelata. La dirigente della Direzione Rifiuti regionale Ing. Flaminia Tosini ha fissato al prossimo 13 dicembre la chiusura della conferenza dei servizi, evidenziando che, malgrado la mancanza degli approfondimenti necessari al progetto da parte degli Enti preposti, la procedura è esaustiva e l’iter per il rilascio dell’Aia completo. L’esito positivo della conferenza dei servizi è apparso subito scontato, anche ricordando che, come riportato nell’atto di compravendita delle aree, “ai sensi del D.Lgs 36/2003 (oggi sostituito con il D.Lgs 152/2006), la Regione Lazio – Direzione Regionale Risorse Idriche, Difesa del Suolo e Rifiuti – area ciclo integrato rifiuti con propria nota del 18 maggio 2017 prot. 0251726, ha (già preventivamente) espresso parere favorevole all’utilizzazione dell’invaso della cava dismessa come discarica per rifiuti contenenti amianti (RCA) e rifiuti inerti” che ha giustificato il prezzo di compravendita di ben 580 mila euro per una cava esaurita soggetta a recupero ambientale e morfologico. NGR si era opposta alla diffida del Comune di Roma che reclamava il ripristino della cava come da autorizzazione vigente dalla società Miri Mix che ha dato disponibilità ad operare se autorizzata dalla proprietà. Tra le novità di questi ultimi giorni è l’esito di un ricorso al Tar attivato sempre da NGR contro la decisione della Regione Lazio di eliminare l’amianto dagli invasi che, salvo ricorso al Consiglio di Stato, ha confermato la possibilità di utilizzo della discarica per soli inerti. La beffa era però dietro l’angolo quando in serata i giornali hanno reso noto che Monte Carnevale appare nell’elenco dei siti tra i quali individuare la nuova discarica di rifiuti urbani di Roma, insieme ad altri siti adiacenti a Malagrotta. Si passa da una cava da rinaturalizzare ad una discarica di rifiuti contenenti amianto per finire ad una discarica di rifiuti urbani che, visti i livelli attuali di produzione di scarti rischia di diventare una nuova Malagrotta a soli 2 chilometri da quella vera.
La situazione è sconvolgente per i cittadini che ancora non vedono garantita la messa in sicurezza e la sigillatura della ex discarica e che si ritrovano con lo spettro delle tante cave con laghi affioranti a causa dell’escavazione in falda o addirittura rifiuti interrati come nelle ex cave di Monte Stallonara dove fu poi costruito un intero piano di zona senza che nessuna autorità si sia mai degnata di prendere provvedimenti. Nella Valle Galeria il Comune di Roma ha consentito ad imprenditori privati di sfruttare le risorse del territorio senza garantire il rispetto degli obblighi di ripristino ambientale delle cave nei tempi corretti. La Regione Lazio ne approfitta per consentire ai medesimi imprenditori di sfruttare le capienti ferite inferte alle colline sabbiose di Malnome, Monte Carnevale, Monti dell’Ortaccio, Monti del Lumacaro, Pisana, Portuense e Magliana per ampliare il business delle discariche che con Malagrotta ha già irrimediabilmente compromesso la vivibilità di un intero quadrante di Roma. Arpa, Ispra, Città Metropolitana, Ministero dell’ambiente, Ministero della Salute e Bicamerale Ciclo Illecito Rifiuti grandi assenti dalla scena. La politica si affaccia solo periodicamente per chiedere il voto e poi scomparire nell’imbottitura delle poltrone e alimentare con la cattiva amministrazione una emergenza sistematica fatta di cattiva gestione, prevalenza dell’interesse privato su quello pubblico e malaffare. Nella Valle Galeria solamente i cittadini dimostrano coraggio e sani principi e di avere a cuore il proprio territorio.
Giacomo Giujusa (Cittadino libero della Valle Galeria)
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