RAGGIO VERDE CHIEDE INCONTRO PUBBLICO AL COMITATO TECNICO PER LA SCELTA DELLA NUOVA DISCARICA DI ROMA
Speravamo che la gestione dei rifiuti a mezzo di ordinanze contingibili ed urgenti fosse divenuta un brutto ricordo edinvece,purtroppo,siamo alle solite.
Non si comprende per quale motivo da oltre trenta anni, nessuna pubblica amministrazione nel Lazio sia in grado di programmare una gestione dei rifiuti conforme al dettato normativo e come sia possibile che ci si svegli sempre pochi giorni prima ad organizzare affannosamente qualcosa che si sarebbe dovuto organizzare da anni. Possibile che la gestione dei rifiuti sia sempre un evento imprevedibile tale da legittimare il ricorso ad una ordinanza contingibile ed urgente??!!
Con il ricorso a tale strumento, si rende di fatto possibile alle pubbliche amministrazioni di disapplicare le normative ambientali internazionali (Convenzione di Aarhus) delle associazioni ai processi decisionali ambientali e, con la scusa della fretta e dell’urgenza, si corre il rischio di decidere dall’alto e a tavolino, favorendo, magari senza motivo, qualcuno a danno di altri, svantaggiando, senza motivo e senza una approfondita istruttoria, un territorio e scegliendo in maniera affrettata ed approssimativa un sito che potrebbe anche essere inidoneo all’apertura di una discarica di rifiuti urbani. Purtroppo questo rischio è concreto, atteso il contenuto del documento tecnico, pubblicato sul sito della Regione Lazio, elaborato, a seguito dell’ordinanza contingibile urgente, dalla struttura tecnica composta da tre tecniche nominate dagli enti preposti a gestire la situazione, l’ing. Tosini, la dott.ssa Camuccio e la dott.ssa D’Aprile.
Il documento tecnico, che ha la finalità di reperire un sito e/o un impianto da adibire a discarica a Roma, enuncia i criteri di localizzazione, specificando, tra l’altro, quali sono i fattori escludenti, elenca gli impianti esistenti, individua le aree potenzialmente idonee e restringe il campo su sette impianti, stabilendo che l’impianto di NGR in autorizzazione sarebbe “compatibile con i criteri di localizzazione”.
Non si comprende da quale dato la struttura tecnica tragga tale conclusione, che si contraddice con i criteri di localizzazione esposti a pag. 5 – 6 del medesimo documento! La struttura enuncia tra i fattori escludenti: vicinanza alle abitazioni, presenza di aree di elevato pregio agricolo, vicinanza di SIC, ZPS, aree nelle quali non sussista almeno un franco di 2 metri tra il livello di massima di escursione della falda e il piano. Ebbene, il sito “compatibile con icriteridilocalizzazione”sitrovanelle immediate vicinanze del SIC “Macchia Grande di Ponte Galeria”, a 50 metri da case, vicino a beni militari (Centro Interforze), è un’area di elevato pregio agricolo rientrando nell’Agro Romano e non ha più una efficace barriera geologica, come riconosciuto dallo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla società proponente in sede di Valutazione di Impatto Ambientale. Dove sta la compatibilità con i criteri di localizzazione se sono presenti almeno 4 fattori escludenti??
Non si comprende dunque sulla base di quale percorso motivazionale, la scelta preferibile ricada su un sito che vede tuttora pendente un procedimento per la AUA per una discarica di rifiuti inerti dalla volumetria di 1.420, 598 mc, sulla quale allo stato pendono già almeno due ricorsi al TAR (uno proposto dalla associazione Raggio Verde e da privati cittadini) avverso la VIA atteso che, ad avviso della scrivente associazione, il sito non è idoneo nemmeno ad una discarica per rifiuti inerti.
Non solo. Anche gli altri siti individuati nella Valle Galeria hanno per lo meno un fattore escludente, vale a dire il franco della barriera geologica (cfr. allegato 4 al documento tecnico). In poche pagine, la struttura tecnica si contraddice in più occasioni e, non effettuando analisi in concreto sulla idoneità dei siti ad essere adibiti a discarica, più che tecnico, finisce per essere un documento di indirizzo politico, il che è grave.
Ci si domanda infatti come mai sia stato deciso di privilegiare la possibilità di introdurre ulteriori impianti impattanti ( 5 su 12 impianti si trovano nella Valle Galeria) in un’area già inquinata, afflitta dalla presenza di numerosi opifici industriali, estendendo il rischio di inquinamento anche a monte della discaricadiMalagrotta,zonafinoad ora non grandemente toccata dalla devastazione ambientale. La Valle Galeria deve essere oggetto di bonificaerisanamentoenondipossibile ulteriore inquinamento.
Atteso che la Convenzione di Aarhus prevede che le associazioni ed i cittadini interessati debbano essere coinvolti nei processi decisionali in materia ambientale, chiediamo:
incontri pubblici con la struttura tecnica delegata a reperire il sito, al fine di portare elementi utili a tale processo decisionale; l’ampliamento e l’approfondimento dei dati inseriti nella relazione con l’inserimento di un’analisi di idoneità di tutti i siti e/o impianti presenti rispetto ai requisiti del D.lvo 36/2003; pubblica analisi dei costi/benefici dei singoli interventi possibili.
Associazione Raggio Verde